“Carmine” di MARIA GRAZIA BERUFFI di Brescia
Vincitore Portfolio dell’Ariosto 2017
Premio FOSCO MARAINI per il reportage

Per l’uso espressivo e a tratti drammatico del bianco e nero, in inquadrature dove lo sfocato ed il mosso sono a sostegno dell’atmosfera espressa.
I ritratti dinamici e vitali delle persone incontrate, alternate a visioni oniriche degli ambienti, raccontano con forza il teatro umano che popola il quartiere. (L.C.M.)

Carmine

Nessuno degli abitanti lo chiamava “il Carmine“ ma “ il Quartiere“. E’ il borgo di Brescia dove una volta convivevano prostitute, spacciatori, ladri, salumieri, osterie e famiglie. Il Carmine ha saputo sempre adottare tutti, anche gli ultimi, mai giudicati ma sempre accolti con tutte le loro debolezze. “Il male qui non esiste, il male lo portano quelli che vengono qui a cercare quelle cose.” Dice qualcuno al bar.
Ora è anche zona universitaria, quindi ricca di giovani e movida notturna ma, allo stesso tempo, anche porto sicuro per gli immigrati che numerosi occupano le case fatiscenti i cui inquilini erano sono stati precedentemente mandati in condomini di periferia da un decreto del comune. “Ma il comune non dice quanti si sono buttati giù dalle “torri” dalla disperazione di vivere in un non luogo anche se con bagno e cucina” …dice la custode del palazzo del conte.
Tornata nella mia città natale, dopo 30 anni vissuti a Trieste, ho sentito il desiderio di andare alla ricerca di cosa rimane del vecchio DNA bresciano e vedere come interagisce con una nuova realtà ricca di stimoli, anche culturali, di energia giovane e spensierata.
E’ bastato camminare per quelle strade, guardare negli occhi le persone e scoprire un mondo.
Gli incontri nel quartiere sono come le caramelle, uno tira l’altro, tutti conoscono tutti e, in breve, il trans, la prostituta, il salumiere, il pazzo, l’artista, lo studente, l’anziana custode del conte o i giovani amanti prendono vita nelle immagini che riesco a scattare tra una birra e un bicchiere di vino, una risata e racconti di esistenze a volte difficili. Sono storie piccole e grandi, ma tutte vere e chissà perché mai banali. E’ un luogo di fantasia e voglia di condividere racconti di amori, abbandoni, solitudini, fallimenti o speranze per il futuro.
C’è posto per tutti e le diverse realtà si intrecciano nel rispetto reciproco in un luogo un tempo solo malfamato ed evitato dalle persone “per bene” ma ora anche ricco di fascino e magia.

Mariagrazia Beruffi

Di ritorno a Brescia, città natale, dopo aver vissuto 30 anni a Trieste dove ho insegnato lingue straniere e iniziato un percorso di studi grafici, ho improvvisamente scoperto la fotografia. Amore a prima vista e passione che si è da subito concretizzata in uno studio approfondito non tanto della tecnica quanto degli autori classici e contemporanei. La mia è una fotografia fatta di incontri casuali che si tramutano spesso in una condivisione di sogni, sentimenti ed emozioni.