Premio Rodolfo Pucci “La Fibula d’oro” Anno 2005
PERCHE’ FRANCESCO PAOLO CITO
Fotoreporter noto ed apprezzato a livello internazionale, unisce da sempre al rigore ed alle qualità delle sue immagini una ecletticità rara che gli permette di passare attraverso soggetti più diversi (dalla guerra ai matrimoni napoletani, dalla camorra ad una rigorosa rappresentazione del Palio di Siena) con intelligenza e spessore intellettuale. Questa caratteristica, insieme alla pulizia delle sue foto, al di sopra delle mode del momento e che sono diventate un punto di riferimento anche per il mondo amatoriale evoluto, ne fanno un esempio professionale e “artistico” da seguire anche grazie alla sua grande disponibilità personale e umana verso il mondo della fotografia amatoriale che lo guarda, a ragione, come un Maestro.
Ferdinando Scianna ha scritto di lui: ‘Francesco è forse oggi il miglior fotogiornalista italiano. Ha l’istinto del fatto, la passione del racconto, la capacità di far passare attraverso le immagini, con forza di sintesi e rigore visivo, l’essenziale delle cose’.
Nato a Napoli nel 1949, Francesco Cito ora vive e lavora a Milano. Fotografa dal 1972 e nel 1975 diventa fotoreporter di professione, collaborando il “Sunday Time Magazine”, che gli dedica la prima copertina con il reportage “La mattanza” sugli antichi metodi di pesca del tonno in Sicilia, e successivamente anche con l’“Observer Magazine”.
Nel 1980, dopo l’invasione sovietica, è uno dei primi fotogiornalisti a raggiungere clandestinamente l’Afghanistan, viaggiando a piedi per 1200 chilometri con diversi gruppi di guerriglieri. Qui ritornerà nel febbraio 1989 come corrispondente del “Il Venerdì” di Repubblica per documentare il ritiro dell’esercito sovietico.
Tra la fine del 1982 e l’inizio del 1983 ha realizzato a Napoli un famoso reportage sulla camorra. Nel 1983 è stato anche sul fronte libanese, come corrispondente del settimanale “Epoca”, per testimoniare la separazione all’interno dell’O.L.P. tra i sostenitori di Arafat e i pro-siriani di Abu Mussa.
È l’unico fotogiornalista ad avere documentato la resa di Beddawi (campo profughi e roccaforte dell’O.L.P.). Nel 1985 denuncia le condizioni dei Palestinesi all’interno dei territori occupati (West Bank / Gaza), causa dello scoppio dell’Intifada nel 1987.
In questo periodo è stato più volte ricoverato in ospedale ferito dai soldati di Israele e colpito da un sasso palestinese durante la realizzazione di un servizio sui coloni israeliani per lo “Stern Magazine”.
Nel 1990, sempre per ” Il Venerdì”, è tra i primi fotografi ad attestare lo sbarco americano in Arabia Saudita a seguito dell’invasione del Kuwait. In Italia, si occupa spesso di casi di mafia al sud, ma segue anche avvenimenti come il Palio di Siena e altri rilevanti aspetti della società contemporanea.
Nel 1995, il “World Press Photo Contest” gli assegna il terzo premio per il reportage “Matrimoni napoletani” e nel 1996 il primo premio per il reportage: “Siena, il Palio”. Nel 1997, l’Istituto Abruzzese per la storia della resistenza e dell’Italia contemporanea gli conferisce il premio “città di Atri”, per la pace e la libertà, per l’impegno del suo lavoro sulla Palestina.Nel 2005 ha ricevuto a Castelnuovo di Garfagnana il Premio Rodolfo Pucci “la Fibula d’oro”
La F.I.A.F. ha in pubblicazione un libro di alto pregio editoriale dedicato a Francesco Cito che viene offerta agli iscritti alla FIAF per il 2006 entro il 31 Gennaio 2006. Il libro conterrà l’intervista a Francesco realizzata da Giorgio Tani a Castelnuovo di Garfagnana in occasione della consegna del premio Rodolfo Pucci.