Premio Rodolfo Pucci “La Fibula d’oro” Anno 2015
Il Circolo Fotocine Garfagnana ha istituito nel 1999 il premio Rodolfo Pucci ”La fibula d’oro”, per riproporre negli anni i valori umani di Rodolfo Pucci, fondatore del Circolo e suo Presidente, da assegnare a chi si è distinto ai più alti livelli nel favorire la “Fotografia-incontro con la gente”.
“Ha iniziato come fotoamatore, è diventato il più importante e conosciuto fotografo italiano. Il suo sguardo, da oltre sessanta anni, si intreccia con la storia del nostro Paese, raccontando con le immagini la vita, i sentimenti, i costumi, i cambiamenti, il lavoro della nostra nazione, donando a tutti noi, attraverso oltre 250 libri pubblicati, una testimonianza monumentale di quello che si era e che siamo.”
Il Circolo Fotocine Garfagnana ha deciso di assegnare la Fibula d’Oro del Premio Rodolfo Pucci 2015 a Gianni Berengo Gardin.
GIANNI BERENGO GARDIN
veneziano, nasce per caso nel 1930 a Santa Margherita Ligure (Genova) in una famiglia borghese del Nord. Della ricchezza di famiglia sembra un po’ dimenticarsi scegliendo per mantenersi lavori come il cameriere ed il bagnino e dirigendo il suo occhio fotografico verso la gente comune: gli emarginati, i lavoratori, i matti nei manicomi e gli zingari. La sua carriera inizia a Venezia negli anni ’50 quando cercando di fare il giornalista ha l’esigenza di immagini che accompagnino i suoi articoli. Inizia col frequentare il circolo fotoamatoriale La Gondola che fu poi anche culla di fotografi di come Fulvio Roiter e Mario De Biasi. La sua formazione ha un punto di svolta quando suo zio in America lo mette in contatto con Cornell Capa (non uno a caso). Capa gli fa avere alcuni alcuni libri di fotografia da cui capisce che la fotografia che vuole fare è quella dei grandi fotografi di Life o della Magnum. Da qui in poi decide che la sua fotografia deve essere quella che racconta la società, non con gli occhi dell’artista ma con quelli dell’artigiano convinto che l’impegno sociale sia ancora un valore. Poi, per puro caso, facendo vedere alcune sue foto ad un conoscente in un bar, incontra un editore che lo introduce al fotogiornalismo. In questo modo inizia una carriera lunga 60 anni, fatta di reportage per la carta patinata e dalla realizzazione di lavori personali con fini sociali (come i lavori sui manicomi). Ha pubblicato oltre 250 libri fotografici. Un’intera produzione realizzata in bianco e nero per scelta stilistica personale.
GIANNI BERENGO GARDIN
nasce a Santa Margherita Ligure nel 1930, e inizia a occuparsi di fotografia nel 1954. Nel 1965 si stabilisce a Milano e inizia la sua carriera professionale dedicandosi al reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura e alla descrizione ambientale.
Le sue prime foto sono state pubblicate nel 1954 su il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, con cui ha collaborato fino al 1965. Ha lavorato con le principali testate della stampa italiana ed estera, con il Touring Club Italiano e con l’Istituto Geografico De Agostini, ma si è principalmente dedicato alla realizzazione di libri fotografici, pubblicandone oltre 250.
Nel 1963 è stato premiato dal World Press Photo. Nel 1990 è stato invitato d’onore al “Mois de la Photo” di Parigi dove ha vinto il Premio Brassai. Nel 1995 ha vinto il Leica Oskard Barnack Award ai “Rencontres Internationales de la Photographie” di Arles. Nel 1998 ha vinto ex aequo il Premio Oscar Goldoni per il miglior fotolibro dell’anno con Zingari a Palermo.
Ha tenuto circa 200 mostre personali in Italia e all’estero, e sue immagini fanno parte delle collezioni di diversi musei e fondazioni culturali, tra cui la Calcografia Nazionale di Roma, il Museum of Modern Art di New York, la Bibliotheque Nationale, la Maison Européenne de la Photographie e la Collection photo FNAC di Parigi, il Musée de l’Elysée di Losanna.
Nel 1972 la rivista “Modern Photography” lo ha inserito tra i “32 World’s Top Photographers””.
Nel 1975 Cecil Beaton lo ha citato nel libro “The magic Image: the genius of photography from 1839 to the present day.” E H. Gombrich lo ha citato come unico fotografo nel libro “The Image and the Eye” (Oxford 1982).
Italo Zannier nella “Storia della Fotografia Italiana” (Roma-Bari 1987) lo ha definito “il fotografo più ragguardevole del dopoguerra”, ed è presente tra gli 80 fotografi scelti da Henri Cartier-Bresson nel 2003 per la mostra “Les choix d’Henri Cartier-Bresson”.
Nel 2006, in occasione di una sua mostra, ha tenuto un discorso alla sede del Parlamento Europeo di Bruxelles. Nel 2008 gli è stato assegnato, negli Stati Uniti, il prestigioso “Lucie Award” alla carriera e nel 2009 gli è stata conferita dall’Università degli Studi di Milano la laurea Honoris Causa in Storia e Critica dell’Arte.