Premio Rodolfo Pucci “La Fibula d’oro” Anno 2022
Il Circolo Fotocine Garfagnana ha istituito nel 1999 il premio Rodolfo Pucci ”La fibula d’oro”, per riproporre negli anni i valori umani di Rodolfo Pucci, fondatore del Circolo e suo Presidente, da assegnare a chi si è distinto ai più alti livelli nel favorire la “Fotografia-incontro con la gente”.
Sintetizzare in poche righe la motivazione che ha spinto il Fotocine Garfagnana ad assegnare la “Fibula d’oro 2022” a Michele Smargiassi è semplicemente un peccato di presunzione di cui ci siamo macchiati.
Michele Smargiassi, è un grande giornalista, uno scrittore affermato, un blogger reiterato. Si, è tutto questo, ma soprattutto è un antropologo culturale che attraverso l’uso della parola, scritta e parlata, fotografa da sempre la Fotografia e ciò che ne è parte, con il disincanto liberatorio di chi sa trasformare la complessità della materia in condizione di limpidezza, e viceversa. Ed ecco che la sua opera, disseminata su territori culturali diversificati, non germina solo la Fotografia-incontro con la gente, a cui ci ispiriamo in questa sede e di cui Michele è davvero maestro (ricordiamo l’intrigante conduzione di Fotocrazia, la sua famosa rubrica “pensatrice”), ma innesca anche operazioni trasversali nel tempo e nello spazio, inventando la Fotografia-incontro con i Grandi Fotografi del passato, praticata attraverso interviste immaginate, impossibili, ma probabili come lui stesso le definisce. Divulga la cultura visuale ed il potere dello sguardo adducendo la differenza fra fotografia comica e fotografia ridicola, asseverandone talvolta il significato politico e sociale. Sparge domande e favorisce la dialettica del dubbio prima di sottoporci le proprie rivelazioni. Insegna con generosità l’arte del ragionamento evolutivo e rivoluzionario. Insomma, Michele Smargiassi ci costringe a pensare e a ripensare e lo fa utilizzando Fotografie che già esistono e che nella loro singolarità oggettiva “condividono tutte una medesima, forte, semplice spinta antropologica, morale, umana: la voglia di vedere il mondo e di condividere quella visione”.
Letura della motivazione del premio
Michele Smargiassi, riceve la “Fibula d’oro” del Premio Rodolfo Pucci da Federica Biagioni nipote di Rodolfo Pucci alla presenza di Roberto Rossi presidente della FIAF.
Omaggio del Comune di Castelnuovo di Garfagnana
Omaggio della Provincia di Lucca
Omaggio dell’Unione Comuni Garfagnana
Michele Smargiassi, bio
Sono nato prevalentemente nel forlivese (a Dovadola, sull’Appennino, perché lì c’era l’ospedale: ma considero mio paese natale quello in cui sono vissuto fino a otto anni, Rocca San Casciano, qualche chilometro più in su), nel secolo scorso e pure verso la metà (l’8 ottobre del 1957).
Lavoro a Bologna dove con mia grande sorpresa faccio il giornalista. Che era poi il mio sogno da bambino: mentre adesso che sono giornalista, a volte di mestiere vorrei fare il bambino.
Il mio babbo Alberto, cancelliere di pretura, possedeva una Voigtländer con mirino a traguardo che mi lasciava usare con cautela, ed era forse l’unico in paese ad avere anche una cinepresa 8 millimetri: da lui ho avuto il gusto di “guardare le figure”.
La mia mamma Miranda, insegnante di scuola media, non ha mai lasciato gli scaffali di casa vuoti di libri: da lei ho avuto il gusto di “leggere le storie”. A Modena, la mia nuova città, ho fatto pian piano sposare queste due vocazioni.
Mi sono laureato in Storia contemporanea all’Università di Bologna con una tesi sulle trasformazioni urbanistiche di Modena a cavallo del Novecento, viste attraverso l’occhio della cartolina illustrata.
Mi piace ancora, più di ogni altra cosa, guardare le figure, amo la storia e la cultura dell’immagine ma quando tocca a me riesco solo a fotografare i miei familiari davanti a paesaggi da cartolina.
Dal 1982 faccio il giornalista, prima a l’Unità, poi dal 1989 a la Repubblica. Mi occupo di società, cultura e, se proprio devo, anche di politica.
Penso che un buon giornalista non sia uno scrittore ma uno scrivente; tento di non essere uno scrivano, spero di non diventare mai uno scribacchino.
Oltre a testi per mostre, cataloghi, riviste e volumi collettivi, prefazioni e postfazioni, articoli per riviste specializzate e culturali (una lista non del tutto completa si trova sul mio profilo LinkedIn) ho scritto i libri:
Voglio proprio vedere (Contrasto, 2021);
Un’autentica bugia. La fotografia, il vero, il falso, Contrasto, 2009);
Donne di questo mondo con Uliano Lucas (Diabasis 2003);
Lo specchio d’inchiostro con Ghigo Roli (Artioli 1999);
Italiani a tavola con Uliano Lucas e Guido Vergani (Mazzotta 2003);
Ora che ci penso. La storia dimenticata delle cose quotidiane (Dalai, 2011);
Ho scritto alcuni saggi in volumi collettivi: La famiglia foto-genica per gli Annali della Storia d’Italia Einaudi (2004), “Bugie dell’elocutio” nella raccolta Etica e fotografia (Derive Approdi, 2015); “La Camera chiara di Roland Barthes” in Nuove visioni (Contrasto, 2020).
Ho collaborato a dieci volumi della collana “Maestri della fotografia” (Repubblica / National Geographic, 2019-2020) e curo la collana “Visionari” (Repubblica / National Geographic, 2020-2021).
Di recente ho scritto una prefazione a un libro che tenevo a far conoscere in Italia, L’immagine condivisa di André Gunthert (Contrasto, 2016), e una postfazione al libro di Simona Guerra Il bambino di Scanno (Postcart, 2016) dedicato a una celeberrima fotografia di Mario Giacomelli.
Faccio parte del direttivo della Sisf – Società Italiana di Studi di Fotografia, del comitato scientifico del Centro italiano per la fotografia d’autore di Bibbiena, del comitato scientifico della Fondazione Nino Migliori.